mercoledì 28 maggio 2014

W I NJN-GJà ABBASSO IL RE

E’ STATO FIRMATO IL DECENTRATO 2013 PER I DIPENDENTI DEL COMUNE DI VERONA (ESCLUSE MAESTRE SCUOLA  MATERNA)
L’accordo firmato è frutto di mesi di trattativa.
La maggioranza della RSU si era posta come obiettivo quello di arrivare all’eliminazione delle fasce e alla riduzione della differenza (GAP) tra chi prende meno e chi prende di più.
In questi mesi l’RSU ha formulato una molteplicità di proposte (valore punto, no differenziazione tra categorie, 90% collettivo e 10% individuale, un gap non superiore a 200,00 euro ecc.).
Molti hanno firmato perché non c’erano più margini di trattativa utili.

Che cosa ha impedito di ottenere un risultato migliore?
 Proviamo ad analizzare i motivi utilizzando una sorta di racconto fantastico (la cronaca sarebbe probabilmente più noiosa e dolorosa)
Per capire l’incredibile clima della trattativa occorre descrivere le parti sedute al tavolo.
Chi si immagina come dovrebbe essere una trattativa, pensa che ci siano 2 contendenti in ballo: la delegazione di parte pubblica (l’amministrazione) e la delegazione di parte sindacale (l’RSU). 
Sarebbe bello, ma nel nostro caso ciò non corrisponde al vero.
In realtà sono stati almeno 4 i personaggi (collettivi) presenti alla trattativa.

Soggetti e protagonisti.

Primo personaggio:
Si tratta di, niente po’ po’ di meno che di...BisMark, ovvero quello che fa i conti con i nostri euro.
E’ la controparte dell’amministrazione formata dal duo Direttore Generale, avvocato Marco Mastroianni, e dal dirigente del Personale, avvocato Marco Crescimbeni.
BisMark, evidentemente su mandato politico, vuole mantenere invariata le fasce (che incredibilmente si era impegnato a superare) e a tenere un Gap importante fra di esse, proponendo la divisione delle risorse in 75% collettivo e 25 % individuale.
BisMark, dopo un breve ed evidentemente finto periodo di dialogo costruttivo, si è all’improvviso impuntato ed è rimasto inamovibile, proponendo all’ultimo momento una carta di intenti per il 2014 (ancora una volta non affrontando, ma spostando il problema) con cui si “impegnava” a superare le famigerate fasce dall’anno prossimo.
BisMark dà il meglio (o peggio) di sè durante la rilevazione delle schede di valutazione.
Viene meno ad un preciso impegno assunto durante la trattativa, secondo il quale si doveva effettuare una rilevazione tempestiva, libera e senza contingentamenti.
Spergiura di non aver dato indicazioni in proposito, in realtà si “nasconde” dietro agli ordini validi l’anno scorso, che prevedevano i contingentamenti. Lo schema riassuntivo fornito ai dirigenti e valutatori di allora appariva come era un vero e proprio semaforo: rosso (sotto i 1500 punti), giallo (1501-1700) e
verde (superiore a 1701 punti).

Secondo personaggio
Il gruppo SEPROSI (SEgretari PROvinciali Sindacali) addetti all’apparecchiatura dei tavoli di trattativa.
Di solito, scavalcando l’RSU, sono usi a concordare i menù, in anticipo, con la controparte.
Adducono l’esperienza delle loro “leggendarie” trattative nel territorio della provincia e ricordano costantemente che “… non bisogna lamentarci in Comune di Verona, perché fuor di queste mura regna il caos e lo scheletro degli ispettori ministeriali si aggira….”
Sono sempre pronti a dar buone lezioni di sindacalese, che si chiudono con una doppia frase ormai classica: “bisogna far le cose in regola” e “non firmo sia per salvaguardare me stesso che i lavoratori”.
All’occorrenza sono un’ottima spalla per il Primo attore.
Ricordiamo che nel 2012 i SEPROSI hanno firmato un accordo facendosi beffa della volontà della maggioranza della RSU
Quale è stato il ruolo dei SEPROSI durante questa trattativa?
A differenza di quanto avvenuto nel 2012 tutti i SEPROSI, con la sola esclusione della CISL, pur confermando la bontà degli accordi degli anni precedenti (che ricordiamo sono stati firmato dalla minoranza delle organizzazioni sindacali), hanno fin da subito dichiarato che quest’anno avrebbero firmato solo con l’accordo della maggioranza della RSU.
Erano ottime dichiarazioni di intenti, ma poi è accaduto che nessuno di loro ha mai ha condiviso gli obiettivi della maggioranza della RSU e proprio all’ultimo atto, con l’eccezione del CSA, si sono affrettati a schierarsi con le preoccupazioni dell’amministrazione e contro gli obiettivi della RSU di eliminare le fasce e ridurre i GAP.

Terzo personaggio
Il gruppo WILRE, ovvero la componente di minoranza della RSU (composta da CISL, da UGL e da ½ CSA).
WILRE Durante la trattativa, si fa notare fin da subito per essere più realista del re, esplicitamente ed attivamente contro le posizioni della maggioranza della RSU.
Si specializza particolarmente in confidenze con BisMark, pronto fin da subito a firmare qualunque cosa questo gli proponga.
WILRE è perdutamente innamorato delle fasce (ricordo d’infanzia) e ama la differenziazione “spinta” (da loro).

Quarto personaggio
NIN-GJÀ (acronimo misterioso e strategico riferito alla maggioranza RSU - la componente CGIL, UIL,
CUB , ½ CSA e per l’occasione DICCAP), si caratterizzano per la varietà, combattività, strategia, tenacia, tratto evidentemente già tipico dei “nostri eroi”.

Riassumendo gli schieramenti:
da una parte BisMark, WILRE e i SEPROSI // dall’altra i soli NJN-GJÀ

Potete bene immaginare come impari sia stata la tenzone!
 Non ci credete? Ecco allora l’ultimo episodio della saga “DECENTRIAMOLI”

ULTIMO ATTO – PER UN PUGNO DI EURO
 Fin dall’alba i NIN-GJÀ, eludendo la stretta sorveglianza dei WILRE si erano radunati in un ameno seminterrato per formulare 3 nuove contromosse da presentare all’amministrazione:
· escludere dal premio incentivante non il 14%, ma solamente il 10% dei colleghi (oltre 80 colleghi)
· dividere il premio incentivante nel seguente modo 85% collettivo e 15% individuale
· erogare il premio senza tener conto della differenza delle categorie (B,C,D)

Inizia la trattativa: l’abile portavoce dei NJN-GJÀ sferra sul campo le proposte lasciando nello scompiglio BisMark, il quale si dimena in cerca di aiuto, che immancabilmente arriva dai SEPROSI, offesi di non essere stati informati dai NJN-GJÀ, spostano l’argomento e comunicano di voler firmare quanto  proposto dall’amministrazione.
BisMark riprende fiato e sfodera tutta la sua rigidità: le fasce restano bisogna differenziare.
A questo punto BisMark cerca di spezzare l’unità dei NJN-GJÀ che con determinazione respingono il tentativo.
 La trattativa prosegue con toni accesi e con attacchi (alcuni alti, altri bassi, “cornate” comprese) finchè BisMark stremato, ma non “matato”, inizia a muoversi dalla sua posizione, dopo un lapsus su un 82% collettivo, immediatamente ritirato a 78, si assesta sull’80% collettivo e 20% individuale. Ultima offerta prendere o lasciare.

Ed ecco la perla della giornata: WILRE, in crisi di astinenza da leccate, compatto si dice dispiaciuto del cedimento di BisMark nei confronti dei NJN-GJÀ. Per WILRE andava già bene il 75%!!!

Parte dei NJN-GJÀ abbandona, indignata, la sala; parte rimane a sor-vegliare.

Dopo mesi di trattative e proposte i NJN-GJÀ capiscono che dopo le vergognose affermazioni di WILRE, non c’è più margine per trattare.
Strategicamente si sceglie che una parte firmerà allegando una nota a verbale in cui si spiegano le motivazioni anche di chi non ha firmato.

I NJN-GJà concorrono a migliorare anche il testo del 2014, ma non ritengono di firmarlo, proprio a causa della fretta con cui sono pressati a farlo (esperienze molteplici hanno suggerito prudenza) e quindi il 2014 viene firmato solo da SEPROSI e da WILRE.
 Care colleghi e colleghe lasciateci almeno l’orgoglio di non essere considerati come tutti gli altri.
 W i NJN-GJÀ. Abbasso il re.


 Se con questa favoletta siamo riusciti a trasmettervi il messaggio… sosteneteci.

giovedì 8 maggio 2014

ORDINANZA SELFIE







Ordinanza n. 00610 TSI del 7 maggio 2014

IL SINDACO

Premesso che l’art.54 del D.Lgs n.267/2000 prevede la possibilità per il Sindaco di adottare, con atto modificato, provvedimenti contingibili e urgenti per prevenire e eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana;

Ritenuto urgente venire incontro alle giuste esigenze dei lavoratori di un maggior sistema di trasparenza e di correttezza tra amministratori e lavoratori;

Ritenuto  necessario ridurre le conflittualità sociali all’interno del Comune di Verona per rendere più efficace il lavoro verso i cittadini;

Tenuto conto che da mesi langue una trattativa sulla distribuzione del premio incentivante 2013 e che la dirigenza di questo Ente non è riuscita a formulare una proposta decente che tenesse conto dello stato delle trattative;

Richiamato l’impegno assunto nel precedente accordo di superare il sistema di valutazione e distribuzione a fasce;

Considerato che la valutazione dei personale comunale è avvenuta senza indicazioni omogenee e con espliciti riferimenti al precedente sistema divisione del personale per fasce e per evitare di dover rifare in modo più armonico la valutazione;

Preso atto che la delegazione di parte civile non è stata in grado di fornire i semplice dati richiesti dalla controparte sindacale mantenendo un semplice impegno assunto al tavole delle trattative;

Richiamata la deliberazione del Consiglio Comunale n.408/2011;

ORDINA

Che nel rispetto degli impegni assunti il 3 aprile 2014 vengano immediatamente forniti i dati richiesti dalla organizzazioni sindacali e dalla RSU;

Che venga immediatamente (busta paga maggio 2014) distribuito la parte del fondo individuale per almeno la quota parte del 75%  (parte minima non in discussione) come premio di produttività collettivo a tutti coloro che hanno partecipato al raggiungimento dei progetti dell’Ente senza tener conto della categoria contrattuale di appartenenza.

Si ordina alla delegazione di parte pubblica di rispettare quanto già previsto nell’accordo sul decentrato 2012, cioè di distribuire la quota  parte individuale, il cui ammontare  verrà concordato tra le parti, con modalità che superino il sistema a fasce e che prevedano un gap tra il minimo e massimo tra diversi lavoratori di non più di 200 euro.

Il Direttore Generale ha tempo 3 giorni  per dare attuazione a quanto disposta pena la decurtazione dell’1% della retribuzione per ogni giorno di ritardo nell’applicazione;

Contro il presente provvedimento è ammesso, entro 60 giorni dalla pubblicazione all'Albo Pretorio, ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto o al presidente della Repubblica entro 120 giorni della pubblicazione.

Verona, 7 maggio 2014
                                                                                                 IL SINDACO
                                                                                                  Flavio Tosi

mercoledì 30 aprile 2014

NO ALL'ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA

NO ALL'ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA 
Lo sciopero è un diritto: riprendiamocelo!

CHE COS'E' IL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA?
Il 10 gennaio 2014 i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato, insieme con i rappresentanti di Confindustria, un accordo ("Testo unico sulla rappresentanza", esito finale di un percorso iniziato con l'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e il Protocollo 31 maggio 2013) che azzera la democrazia sindacale nelle aziende private, cancellando il diritto di rappresentanza sindacale per i sindacati conflittuali. Per ora si tratta di un accordo che vincola solo le organizzazioni firmatarie, ma è prevedibile che l'intenzione del governo sia quella di elaborare una legge che ne riprenda gli assi fondamentali, conforti limitazioni del diritto di sciopero per tutti i sindacati (firmatari e non firmatari).
In cosa consiste questo accordo? Vediamone gli aspetti fondamentali:
a) Fino ad oggi, tutti i sindacati (sia Cgil, Cisl e Uil, sia i sindacati di base e conflittuali) avevano diritto di partecipare alle elezioni rsu, seppure con vincoli antidemocratici (dato che una quota pari a 1/3 degli eletti era assegnata d'ufficio ai confederali indipendentemente dall'esito delle votazioni). D'ora in poi, questo non sarà più possibile: il testo dell'accordo dice infatti che, nel mondo del lavoro privato, potranno partecipare alle elezioni rsu (oltre che alla contrattazione collettiva) solo i sindacati che "accettino espressamente, formalmente e integralmente i contenuti del presente accordo, dell'Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo 31 maggio 2013". Questo significa che tutti i sindacati conflittuali che si oppongono a questo accordo liberticida perdono qualsiasi diritto di rappresentanza sindacale nelle aziende. E' quello che è già accaduto nelle fabbriche del gruppo Fiat (con l'applicazione del "modello Marchionne"), dove i sindacati non firmatari del contratto (indipendentemente dal loro peso tra i lavoratori) sono stati esclusi dalla rappresentanza sindacale. Oggi questo modello è esteso a tutte le aziende di tutti i settori! Per fare un esempio, questo significa che se in un'azienda la maggioranza dei lavoratori sostiene un sindacato che non ha condiviso questo accordo, quei lavoratori non avranno diritto a eleggere loro rappresentanti rsu (né tantomeno di nominare proprie rsa)! Non solo, i padroni non avranno più nessun obbligo di accettare deleghe (cioè iscrizioni) di sindacati che non firmano il presente accordo, con conseguente espulsione dei sindacati non firmatari dalle aziende.
b) Laddove un sindacato decidesse di sottoscrivere questo accordo, per avere garantito il diritto di rappresentanza sindacale e per tentare di accedere alla contrattazione collettiva, automaticamente dovrebbe rinunciare al diritto di sciopero e di azione conflittuale. Se un sindacato firma l'accordo, avrebbe garantito il diritto di partecipare alle elezioni rsu (per accedere alla contrattazione collettiva dovrà invece dimostrare di rappresentare almeno il 5% dei lavoratori di un settore, come media tra il numero di iscritti al suo sindacato e il numero di rsu). A che prezzo però? Prima di tutto, sarà compito delle aziende certificare le iscrizioni al sindacato: in altre parole, si chiede a chi rappresenta la controparte del sindacato di occuparsi di gestire le iscrizioni al sindacato stesso. E' evidente che questo significherà un controllo totale da parte delle aziende sull'attività sindacale.
Laddove un contratto aziendale fosse sottoscritto dal 50% + 1 delle rsu, né i sindacati firmatari dell'accordo né le rsu potranno più organizzare iniziative di sciopero e di lotta contro quell'accordo. Solo nel caso della presenza di rsa, sarà necessario anche sottoporre l'accordo a un referendum (e i referendum in Fiat ci insegnano che questo strumento non è affatto democratico nel momento in cui i lavoratori sono sottoposti al ricatto del licenziamento e non vedono alternative possibili). Lo stesso meccanismo varrà anche per i contratti nazionali di categoria. I sindacati firmatari che organizzeranno azioni di sciopero o di lotta contro un contratto che non hanno approvato potranno subire sanzioni economiche (multe) e la soppressione di tutti i diritti sindacali. Non solo: non sarà nemmeno più possibile organizzare proteste o scioperi durante le trattative!
Si tratta di un accordo liberticida, che cancella i più elementari diritti, come quello di scioperare contro accordi che non si condividono. Se subiremo questo accordo senza combattere, è facile prevedere quale sarà la prossima mossa di Confindustria e del governo: cercheranno di trasformare questo accordo in legge. In quel caso, il divieto di scioperare verrebbe esteso a tutti i sindacati e a tutti i lavoratori, firmatari o non firmatari.
RESPINGIAMO QUESTO ACCORDO!
1. Facciamo appello a tutti i sindacati che hanno espresso contrarietà a questo accordo anzitutto a rifiutarsi di firmarlo in ogni istanza (nazionale, di categoria, aziendale), per garantire l'esistenza di sindacati conflittuali nel nostro Paese.
2. Pensiamo che questo accordo potrà essere respinto solo se si organizza una grande azione di lotta unitaria, con l'avvio di una campagna di controinformazione nei luoghi di lavoro e in tutte le città, con iniziative di protesta davanti alle sedi di Cgil, Cisl e Uil, con azioni di contrasto sul piano giuridico ma anche e soprattutto con una mobilitazione prolungata.
3. Un primo passo importante potrebbe essere un incontro nazionale tra tutte le organizzazioni sindacali, politiche e di movimento che vogliono difendere il diritto di sciopero e di libera organizzazione sindacale, mettendo da parte pulsioni settarie e autoreferenziali, per pianificare un percorso di lotte fino al ritiro dell'accordo.
PER L'ABOLIZIONE DELLA LEGGE 146/90!
4. Per favorire l'unità di tutti i settori lavorativi, pensiamo che sia necessario coniugare la campagna contro il Testo unico sulla rappresentanza con una mobilitazione per chiedere il ritiro della Legge 146/90. Si tratta di una legge valida nel pubblico impiego, ma che viene (spesso arbitrariamente) estesa anche a settori del privato in quanto riguarda i cosiddetti "servizi essenziali" (è noto il caso dei lavoratori della Granarolo, che sono stati licenziati per aver scioperato in un ambito, quello della distribuzione del latte, che, pur essendo privato, è stato giudicato dalla Commissione di garanzia degli scioperi "servizio essenziale"). E' una legge che svuota di significato lo strumento dello sciopero, perché vieta per legge lo sciopero prolungato, obbliga le organizzazioni sindacali a comunicare con largo anticipo alla controparte la volontà di scioperare, costringe di fatto a fare solo scioperi simbolici, che non possono ottenere nulla!
DIFENDIAMO IL DIRITTO DI SCIOPERO!

Spesso i sindacati concertativi in questi anni, sia nel pubblico che nel privato, hanno utilizzato lo sciopero solo per fingere dissenso, mentre, contemporaneamente, siglavano accordi dannosi per i lavoratori: il risultato è stato che molte ore di sciopero sono state fatte (con conseguenti decurtazioni salariali e stipendiali in busta paga) senza vantaggi per i lavoratori. Anzi, spesso i lavoratori sono stati chiamati a scioperare a sostegno di accordi per loro dannosi: in tantissime aziende in crisi, i lavoratori hanno scioperato per giorni o settimane contro i licenziamenti, ma le direzioni dei loro sindacati hanno tradito questa disponibilità alla lotta, siglando accordi che accettavano di fatto i licenziamenti (cassa integrazione straordinaria, cassa in deroga, mobilità, ecc.). Il risultato di questo è sotto gli occhi di tutti: le condizioni di lavoro, sia nel privato che nel pubblico impiego, sono fortemente peggiorate, con perdita del potere d'acquisto dei salari e disoccupazione di massa. Tutto ciò ha contribuito a radicare tra i lavoratori un sentimento diffuso circa "l'inutilità degli scioperi".
Ma la storia ci insegna, invece, che se usato come strumento di lotta e di conflitto, se i lavoratori scioperano uniti, lo sciopero è un'arma fortissima nelle mani dei lavoratori per respingere gli attacchi dei governi e dei padroni.Recentemente, i lavoratori dei trasporti di Genova e Firenze ci hanno dimostrato, organizzando uno sciopero prolungato nel settore pubblico, che se i lavoratori lottano uniti è anche possibile rompere le regole e strappare risultati.
Non dobbiamo aspettare che sia la magistratura o qualche forza parlamentare a difendere il diritto di sciopero: devono essere i lavoratori e le loro organizzazioni ad attivarsi per respingere gli attacchi di Confindustria e del governo. Solo con l'unità di tutte le organizzazioni dei lavoratori potremo creare quell'ampio fronte di lotta e di resistenza che oggi serve per respingere al mittente tagli, licenziamenti, privatizzazioni, attacchi ai diritti democratici. Uniti si vince!


http://www.cisl.it/sito.nsf/Documenti/1150AACD1BCDDAEBC1257C5C0060D48A/$File/defiTesto-Unico-Rappresentanza11012014.pdf

venerdì 18 aprile 2014

SOTTO LE SLIDE NIENTE

"sotto le slide niente, solo precarietà"

il gatto e la volpe pasquali

PREMIO INCENTIVANTE

"PER MAGGIO VERRà DISTRIBUITO"

dicono il gatto e la volpe.

Chi è il Gatto e chi la Volpe? A voi colleghi del Comune di Verona l'identificazione.

Il rischio? Che sia sempre Pinocchio a crederci e a prendersi la colpa.

Ma chi è Pinocchio?

Buona pasqua a tutti e tutte

martedì 8 aprile 2014

TRASPARENZA TRASPARENZA TRASPARENZA - GIOVEDì 10 APRILE 2014 ORE 17,30


TRASPARENZA TRASPARENZA TRASPARENZA

Quello che sta emergendo sul mondo politico veronese (inchieste, arresti, servizi giornalistici), non ci può lasciare indifferenti.

Non ci sono prove, risponde il Sindaco.
Purtroppo i lavoratori del Comune sono quotidiani testimoni di un sistema non trasparente.

Se questa opacità sconfini con l’illegalità questo non sta a noi perseguirlo, come non starebbe nella buona politica celarsi nelle ombre, o galleggiare nei sospetti.

Più volte come Sindacato di base abbiamo denunciato la mancata trasparenza all’interno del Comune.
Le inchieste e i servizi giornalistici hanno coinvolto anche  funzionari del Comune e c’è il reale rischio che la generalità dei dipendenti comunali venga avvolta da  un alone di sospetto d collusione.

Di fronte ad una opinione pubblica sempre più sconcertata dobbiamo con forza ribadire che i LAVORATORI DEL COMUNE DI VERONA sono a servizio della cittadinanza e con forza reclamano trasparenza, trasparenza, trasparenza.
Dove non c’è trasparenza c’è clientelarismo.
E dove c’è clientelarismo…

Per questo chiediamo al Sindaco di fare chiarezza sui molti aspetti problematici emersi in questi mesi.

Per questo invitiamo tutti ad aggregarsi Giovedì 10 alle ore 17,30 ai cittadini che sotto il consiglio Comunale reclameranno che al di là delle implicazioni penali a Palazzo Barbieri si spalanchino le porte alla trasparenza.

E se qualcuno per l’ennesima volta vuole nascondersi dietro alla scusante che il sindacato e i lavoratori non fanno politica, non si lamenti poi della deriva culturale e sociale in cui la città e  perfino il sindacato è finito.

Non vogliamo come lavoratori del Comune di Verona essere associati alla classe politica, a nessuna classe politica.
Come lavoratori siamo perfino custodi della cosa pubblica, e abbiamo il dovere di denunciare le opacità e le politiche di dissolvimento del bene e dei beni comuni. E abbiamo il diritto di pretenderla all’interno dell’ente.

I dipendenti del Comune non sono numeri di matricola.

Reclamiamo invece trasparenza, trasparenza, trasparenza.
E’ un dovere, è un diritto.

LA PRESA PER IL CULO DELLE VALUTAZIONI


LA PRESA PER IL CULO

Come è andata la valutazione.

Indipendentemente dal risultato il modo è stato all’insegna della confusione e della non trasparenza.
Non abbiamo ancor ai risultati in mano ma una certezza c’è: è stata l’ennesima presa per il culo.

La RSU aveva creduto alla parola del Direttore generale l’avvocato Marco Mastroianni: Valutazioni svincolate da fasce e contingentamenti.

E così avevamo raccontato ai lavoratori.

Lo stesso Direttore Generale ha più volte confermato che questa era l’indicazione.

Ma nel concreto ai dirigenti è stata passata la scheda precompilata con i dati del 2012 (per facilitare…) e nel quadro riassuntivo compariva un semaforo; nel rosso finivano gli esclusi dalla premialità individuale, nel giallo quelli di mezzo, nel verde il resto.
Quindi fasce e contingentamenti.

Abbiamo avuto conferma di capi Aree che hanno proprio dato i numeri e l’indicazione che tutto rimaneva come per il 2012: fasce e contingentamenti.

Ma non è tutto il direttore Generale, facendo finta di nulla presenta alla RSU una nuova proposta in cui ratifica sostanzialmente i criteri del 2012: fasce e contingentamenti.

Eppure nell’accordo decentrato del 2012 esplicitamente chi ha firmato (amministrazione e sindacati provinciali) si impegnavano a superare le fasce.

Le segreterie provinciali hanno espressamente affermato che quest’anno si atterranno alle indicazioni della RSU.

La maggioranza della RSU ha presentato una proposta chiara sia per superare le fasce sia per ridurre il gap tra lavoratori.

L’amministrazione tramite il direttore generale, al posto di chiudere la trattativa arrivata ad un passo dall’accordo preferisce tirarla per le lunghe… e  forse sperare che i soliti sindacalisti di comodo prendano progressivamente piede con al solita filosofia… facciamo presto… facciamo presto…

Certo facciamo presto a chiudere questa farsa di trattativa, superiamo le fasce con l’introduzione dei “valore punto”… e la riduzione sensibile dei gap tra minimo e massimo.

Come sindacato di base, un po’ amareggiati per l’ennesima mancanza di parola del nostro interlocutore, invitiamo comunque a non scoraggiarsi ne a nascondersi dietro al qualunquismo disfattista che non farebbe che il gioco di chi vuole smantellare ciò che di pubblico rimane, a partire dai lavoratori.

Sostenete la CUB, il sindacato che non si scoraggia.

mercoledì 26 febbraio 2014

MOBILITà VELOCI E GARANTITE

Alla vigilia di Natale, proprio il 24 dicembre 2013, il Personale del Comune di Verona emetteva un avviso di mobilità esterna  per la copertura di un posto a tempo pieno ed indeterminato di categoria B1 esecutore tecnico.

Scadenza 3 gennaio 2014.
Ben 10 giorni dopo. 



il 25 dicembre era Natale
il 26 S. Stefano
il 27 venerdì
il 28 sabato
29 domenica
30 lunedì
31 martedì
1 gennaio festa
2 giovedì
3 venerdì

Verrebbe da proporre un premio speciale alla tempistica. Un bel incentivante?

Ci riferiscono che "a sorpresa" sono pervenute pochissime domande.


Pensare che nemmeno 10 giorni prima durante la seduta di trattativa l'amministrazione comunicava la difficoltà di procedere a assunzioni (patto stabilità ecc.) e concordava con la RSU che le poche possibili avrebbero privilegiato il settore educativo.

E l'esecutore tecnico che cosa c'entra?

Procediamo con la storia.

Chi vince la gara tempistica: 
un ex dipendente di casa di riposo della Provincia, 
poi in mobilità presso una ULSS e ora presso il Comune di Verona. 


Sempre in distacco sindacale,  ora così potrà seguire gli enti locali.

In sostanza ora il Comune di Verona, visto le difficoltà assunzionali, ha coperto un essenziale posto in pianta organica. 
Abbiamo una persona in più da mettere sul conto "costo personale".

Ognuno tiri le proprie conclusioni. 

O tranciamo le logiche clientelari, e il sindacato per primo, ogni sindacato, si libera da certe logiche o non ci resta che piangere.
Da tempo l'esecutivo RSU ha chiesto lo stop alle mobilità esterne diventate strumento  non sufficientemente trasparente e non corrispondente alle esigenze dell'Ente.

PS
Sapere a quale sigla appartenga il sindacalista sono particolari che lasciamo indovinare a voi.

PS1
uno degli obiettivi del sindacalismo di base è proprio contrastare le logiche clientelari e difendere la dignità del lavoro pubblico... e trasparente




VICENZA CHIAMA VERONA

COMUNICATO CUB VICENZA